Piazza Scala

4ZR7MBNB_vista Galleria
4ZR7MBNB_vista Manzoni

Piazza della Scala è un luogo emblematico. Un archetipo. Un simbolo per la Città di Milano, “un’idea monumentale” che evoca la grandiosa storia culturale Italiana in tutto il mondo. Qui si è cristallizzata l’evoluzione urbana di Milano, dalle origini, attraverso la città romana e il medioevo sino ai giorni della ricostruzione postbellica. Il Teatro, le Case Rotte e palazzo Marino, gli interventi e gli sventramenti ottocenteschi del Beltrami e la ricostruzione postbellica, la Lirica e la Prosa alla Scala e nell’Accademia dei Filodrammatici. Qui la storia si affaccia su un magnifico vuoto, una precisa figura urbana, la piazza. La nostra proposta progettuale ha come obiettivo principale l’impostazione di un programma sviluppato su due livelli: quello urbano, con riflessioni per nuove strategie della viabilità, quello architettonico e dello spazio pubblico, definendo le linee guida volte a valorizzare la piazza quale fatto architettonico unitario.

Piazze del centro di Milano

Piazza della Scala è un episodio nel sistema di piazze che caratterizza il centro di Milano. Una costellazione di spazi pubblici strutturata sul sistema viario radiale il cui centro è la vicina Piazza Duomo. L’analisi di questo sistema porta a individuare due famiglie: le piazze a prevalenza pedonale e quelle in cui prevale la funzione di snodo veicolare. Considerando unicamente la superficie dedicata alla pedonalità, oggi Piazza Scala potrebbe essere inserita nel primo insieme, ma l’intensità del traffico e l’effetto che questo genera sulla percezione dello spazio ci porta a identificarla (anche) come piazza snodo. La proposta progettuale mira a ripristinare il lessico proprio dello spazio pubblico, riportando questo episodio nel primo insieme. Per riconsegnare al visitatore la “cavea minerale” in tutta la sua unitarietà spaziale, in un percorso lento, silenzioso e pedonale.

\serverBODA2_PREVENTIVI_GAREARCHITETTURAXA130_Piazza Scala

Viabilità (ambito urbano)

Flussi ininterrotti di veicoli autorizzati, soprattutto furgoni, taxi e motocicli scorrono lungo via Manzoni e via Case Rotte. La barriera dei veicoli (compreso il rumore generato) crea una cesura nella percezione dello spazio, frammentandolo in diversi elementi: il Teatro della Scala risulta isolato, mentre dovrebbe essere il protagonista. In modo uguale l’asse di via Case Rotte frappone una barriera fra i visitatori e le Gallerie d’Italia. Lo spazio pubblico risulta compresso e sbilanciato verso l’angolo creato da Palazzo Marino e il Palazzo della Civica Ragioneria.
A livello urbano il progetto prevede di valutare una nuova dinamica dei flussi nel quadrante nord-est del centro storico, modificando l’attuale asola di circolazione (Matteotti/Case Rotte/Manzoni) coinvolgendo diversamente via Monte di Pietà e via S. Andrea con l’obiettivo di eliminare a livello locale la penetrazione su via Case Rotte, consentendo unicamente la svolta da via Verdi su via Manzoni resa a senso unico fino a via Andegari. Tale strategia potrà essere suddivisa in diverse e successive fasi con obiettivo lo scenario finale di una piazza votata unicamente alla mobilità dolce. Una diversa gestione dei flussi permette comunque ai servizi di trasporto privato (taxi) di raggiungere le attuali polarità e mete. Inoltre questa strategia libera il naturale proseguimento della pista ciclabile. Così dal lotto recentemente terminato in via Verdi percorrendo via Case Rotte e via Manzoni ci si raccorda facilmente con la dorsale Duomo (est-ovest).
\serverBODA2_PREVENTIVI_GAREARCHITETTURAXA130_Piazza Scala

elementi Tav1_planimetria
elementi Tav1_diagrammi

La stanza urbana

Il programma di interventi strutturali sulla viabilità è volto soprattutto a reggere la ricucitura delle porzioni di piazza attualmente separate dall’insieme. Il Teatro della Scala, ripristinato il ruolo di protagonista, si affaccia direttamente sul suolo uniforme della Piazza, allo stesso modo l’edificio delle Gallerie d’Italia.


Nella composizione progettuale, il suolo con la sua pavimentazione lapidea diventa elemento spaziale unificatore. La composizione declina gli episodi salienti che definiscono la piazza: gli affacci degli edifici, le linee di forza degli allineamenti e delle fughe prospettiche e il nuovo ritmo delle occasioni di aggregazione. Il disegno semplice si rifà al lessico delle pavimentazioni storiche delle piazze milanesi. In primo luogo la pavimentazione della vicina Piazza Duomo. La contemporaneità è dichiarata nella proporzione della composizione e dall’utilizzo dei raccordi morbidi delle guidane. Oltre a sottolineare le linee di forza e compensare le irregolarità geometriche della piazza, la composizione si ispira anche al lessico lapideo di firme eccellenti dell’architettura milanese quali Portaluppi e Caccia Dominioni.

Piazza Duomo. Composizioni lapidee – Piero Portaluppi e Marco Semenza. San Carlo al Lazzaretto nella nuova piazza – Porta Venezia (1926-27)

\serverBODA2_PREVENTIVI_GAREARCHITETTURAXA130_Piazza Scala

Diagramma dello stato attuale_aggregazione concentrata – Diagramma di progetto_aggregazione diffusa

La nuove panche e le sedute punteggiano in modo diffuso il suolo pubblico. Formando composizioni per la sosta e l’aggregazione. La distribuzione di questi attivatori di aggregazione è la descrizione della nuova impostazione delle relazioni che si svolgono sulla piazza, durante le varie fasi della giornata e seguendo gli eventi che la animano. Arredi, panche, salottini dotati di sedie metalliche girevoli permettono ai visitatori di trovare un punto di sosta prossimo agli ingressi degli edifici e ai cittadini di incontrarsi la sera o trovare un angolo tranquillo dove leggere il giornale la mattina. Le aiuole verdi diffuse e le nuove panche sono dotate di sorgenti luminose. Questi accenti ritmano uniformemente la piazza, mentre l’illuminazione chiave è assicurata dai lampioni storici del Beltrami. Gli edifici, il monumento centrale, l’aiuola, i maestosi lampioni, le più intime aree di sosta sono attori disposti armoniosamente in una scenografia unitaria. Nella chiave di lettura del progetto, il vuoto perimetrato dalle facciate auliche si configura come “stanza urbana”.

Cavea minerale

materiali

Serizzo di Val Masino – Ciottolo di fiume – Porfido bruno – Granito di Montorfano

\serverBODA2_PREVENTIVI_GAREARCHITETTURAXA130_Piazza Scala

Diagramma dello stato attuale_episodio verde concentrato – Diagramma dello stato attuale_episodio verde esteso

Il progetto ricerca una continuità con il contesto urbano, i suoi edifici, la tradizione storica delle piazze Milanesi attraverso un controllo progettuale delle possibili composizioni di materiale, della loro apparenza e valenza funzionale e compositiva. L’abaco dei materiali utilizzati vuole essere una trascrizione reinterpretata della tradizione delle pietre lombarde: granito di Montorfano, serizzo di Val Masino, porfido bruno, ciottolo di fiume. Il piano di calpestio, uniformato nell’intera piazza, è stato portato alla quota dell’area pedonale attuale, ad esclusione delle due banchine di accesso al tram, realizzate con gli stessi materiali ma sopraelevate. Il suolo è definito dalla composizione di lastre di diverse pezzature composte per formare la campitura principale, suddivisa secondo una macro griglia regolare, le guidane, le composizioni lenticolari in prossimità dei tombini per la raccolta delle acque piovane e gli inserti circolari di porfido a sottolineare gli angoli di aggregazione. Le lastre della composizione attuale sono state recuperate e integrate nel nuovo schema di posa.

Attrezzature diffuse_ pannello per comunicazione museale – Attrezzature diffuse_ panca e illuminazione serale

In questo contesto lapideo la nostra proposta non vuole negare la presenza storica dell’episodio verde legato allo spazio di aggregazione centrale, attualmente raccolto attorno al monumento di Leonardo da Vinci. La nuova configurazione delle attrezzature, modalità diffusa su tutta la piazza, in particolare nelle aree prossime agli edifici pubblici e alle Gallerie d’Italia, porta a disgregare il singolo episodio verde in una composizione dinamica e centripeta di piccole aiuole circolari diffuse in senso radiale che espandono il verde liberamente nello spazio pubblico liberato dalle attuali compressioni in accordo con il lessico del progetto. I lampioni del Beltrami vengono valorizzati e messi in dialogo con le altre componenti della nova composizione. Questi forniscono l’illuminazione generale di riempimento che definisce l’intero volume della piazza. Il progetto prevede di affiancare un secondo livello d’accento. Le panche diffuse e il perimetro degli episodi verdi sono dotati di fonti luminose a led che la sera creano un secondo ritmo luminoso. La piazza risulterà vibrante e le aree di aggregazione ben definite.
Nella nuova configurazione il rapporto della piazza col sistema storico risulta inalterato e rafforzato, i valori latenti emergono, l’espansione dello spazio e delle attrezzature dedicate alla vita pubblica crea svariate occasioni di godimento, stimolando il sentimento di appartenenza e innescando nuove dinamiche di fruizione distribuite nell’arco dell’intera giornata.